venerdì 20 maggio 2016

La storia di Canon, il video di Tony Northrup

Kwanon, dea buddista della misericordia, fu il nome scelto per la prima fotocamera 35 mm giapponese con otturatore sul piano focale. 

Nel 1930, furono realizzate dalla Leica e dalla Contax le due migliori fotocamere 35 mm con otturatore sul piano focale. Nel 1932 fu messa in commercio la Leica II, seguita l'anno successivo dalla Contax I. 

Queste due fotocamere, prodotte in Germania, la nazione che vantava a quell'epoca la migliore industria di macchinari di precisione al mondo, divennero immediatamente l'oggetto del desiderio degli appassionati di fotocamere a livello mondiale. Contemporaneamente, il Giappone, il cui potere tecnologico era esiguo o inesistente per poterne fare menzione, utilizzava come modelli le fotocamere straniere.

A quel tempo, il salario iniziale di un laureato in una ditta di prestigio era di 70 yen al mese, mentre il prezzo di una Leica modello D con un obiettivo 50 mm f/3,5 era di 420 yen. In altre parole, le fotocamere Leica e Contax erano molto al di sopra della portata di una persona comune che avesse voluto acquistare una buona fotocamera.

All'incirca in quel periodo, Goro Yoshida (1900-1993) tentò di costruire la sua prima (e la prima in Giappone) fotocamera 35 mm con otturatore sul piano focale con un telemetro (una fotocamera 35 mm con telemetro), soltanto smontando una Leica II e studiandone il design. 

Yoshida, che era sempre stato affascinato dalle fotocamere, smontandole e riassemblandole nuovamente quando era ancora uno studente, lasciò la scuola superiore e iniziò a lavorare come riparatore e rimodellatore lavorando su cineprese e cineproiettori. Nella metà degli anni '20 dello scorso secolo, prima ancora di aver raggiunto l'età di 30 anni, faceva spesso la spola tra il Giappone e Shanghai per procurarsi pezzi per cineproiettori. 

Ciò che indusse il Sig. Yoshida a prendere la decisione di realizzare una fotocamera 35 mm di alta qualità fu quanto gli disse un commerciante americano che egli incontrò a Shanghai: 

"Perché deve fare tutto il tragitto fin qui a Shanghai per procurarsi i pezzi? Il Giappone fabbrica alcune delle migliori navi da guerra del mondo e, se siete in grado di fare quelle, non vi è ragione per cui non possiate fare una cosa così semplice come dei pezzi per fotocamere. 

Risparmi tempo: le fabbrichi lei stesso". 

L'immaginazione di Yoshida, nato come riparatore, venne stimolata. Inoltre, il suo lavoro comportava la riparazione e la rimodellazione delle cineprese, ecco perché decise di costruire lui stesso una fotocamera. 

Questa è la storia di come nacque l'idea per la prima fotocamera, che è anche una lezione di uguaglianza, ossia che tutti, anche i giapponesi di quel tempo, avrebbero potuto fare qualcosa se si fossero impegnati abbastanza.

Nel 1933, fu fondato il Precision Engineering Research Laboratory (successivamente denominato "Canon") in una stanza di un condominio di tre piani di Roppongi a Tokyo, come laboratorio per costruire fotocamere 35 mm di alta qualità. La prima rapida apparizione che il mondo ricevette di questa nuova società fu un'inserzione pubblicata nel numero di giugno del 1934 di Asahi Camera, che ancora oggi rimane una delle massime riviste di fotografia in Giappone.

La coraggiosa copia dell'inserzione sotto una fotografia del prototipo della Kwanon suonava così: "Il sottomarino classe I, l'aeroplano tipo 92 e la fotocamera Kwanon, tutti prodotti leader a livello mondiale". Il Giappone sviluppò numerose varianti del sottomarino classe I, negli anni '20 dello scorso secolo, e del tipo 92, riferito all'aereo da guerra raffreddato ad aria dell'armata imperiale giapponese. Sia la nave che l'aeroplano furono declamati in Giappone come simboli di armamenti all'avanguardia. Così l'inserzione di Canon collegava la prima fotocamera 35 mm giapponese con i più elevati esempi dell'abilità tecnologica della nazione.

Il nome Kwanon prende origine dalla dea buddista della misericordia, mentre il logo raffigurava la dea armata con le lettere KWANON che si intravedevano nelle fiamme sopra il suo capo. Il nome dell'obiettivo, d'altra parte, derivava da Mahakashapa, uno dei discepoli del Buddha e capo di un gruppo religioso, e venne scelto per la sua somiglianza con le parole che i giapponesi usano quando imitano i suoni emessi dall'otturatore: "kasha" (quando si apre scorrendo) e "pa" (quando si chiude a scatto).

La fabbricazione in Giappone della prima fotocamera 35 mm con telemetro di alta qualità fu il risultato del sogno di un uomo di dimostrare l'uguaglianza tecnologica del Giappone con la Germania e gli altri paesi occidentali. Questa passione e questo orgoglio continuano ad essere trasmessi oggi negli obiettivi EF Canon, che sono la cristallizzazione delle più recenti tecnologie e di una maestria senza compromessi.

La storia fino a qui raccontata ed il proseguo è stata proposta da Tony Northrup in un video di 50 min, un tributo al Marchio Giapponese caricato sul canale Youtube dell'autore ed intitolato "Canon Cameras: The History":


Buona visione

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