giovedì 28 maggio 2015

Gli obiettivi Canon oltre l'utilizzo tradizionale, eccovi un telescopio

I teleobiettivi Canon, tradizionalmente, vengono utilizzati insieme alle fotocamere del marchio nei vari generi che necessitano di grande dettaglio e lunghezze focali elevate, come la fotografia sportiva o naturalistica.

Ma le elevate doti ottiche che caratterizzano gli obiettivi prodotti da Canon li rendono adatti anche ad essere utilizzati in altri ambiti, come l'astrofotografia, al posto di apparecchiature prodotte ad hoc.

L'ultimo di questi esempi è un telescopio composto da ben dieci teleobiettivi della serie Luxury EF 400mm f/2.8L IS II.

Questo telescopio poco ortodosso appartiene all'università di Toronto e costituisce uno dei più compatti telescopi astronomici professionali al mondo ed è stato chiamato Dragonfly.

Considerando che uno solo di quegli obiettivi costa circa $10,000, il valore del telescopio è di $ 100,000.

In realtà, questo telescopio è cresciuto nel tempo. Infatti, la prima versione del 2013 contava solo tre dei suddetti teleobiettivi. Da allora sono stati aggiunti altri teleobiettivi per incrementarne il potere risolvente globale in modo da cogliere anche i più piccoli dettagli delle galassie più lontane.



Attualmente questo telescopio, secondo quanto affermano all'università di Toronto, è capace di rilevare dei dettagli che anche i più grossi telescopi non riescono a rilevare, ciò sarebbe dovuto ai nanorivestimenti che ricoprono le lenti che compongono l'obiettivo EF 400mm f/2.8L IS II e che riducono la diffusione delle luce che porta via il dettaglio.

La disposizione degli obiettivi è stata concepita in modo da emulare l'occhio di una libellula e può essere ridisposta secondo le esigenze. L'affiancamento di più lenti serve per confrontare le immagini risultanti e ottenerne una sola ma molto definita derivante dalla correzione degli errori.

I ricercatori dell'università di Toronto affermano che l'efficienza di questo telescopio sia ben dieci volte superiore dei suoi rivali equivalenti.

La pagina dell'università che riguarda questo telescopio si trova a questo indirizzo.


Fonte: PP

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