Alessandra Meniconzi è una fotografa documentaristica ed è anche una Canon Explorer. Residente in Svizzera, il suo lavoro si concentra sul patrimonio, i costumi, la spiritualità e la vita quotidiana delle popolazioni indigene. In una carriera ricca e varia, ha girato il mondo documentando indigeni che vivono e lavorano nelle regioni più isolate del mondo.
Le sue spedizioni fotografiche volte a documentare la vita dei popoli indigeni e le culture tradizionali la portano, dalla sua casa nella parte italiana della Svizzera, alle vasti aperture della Mongolia ed ai congelati paesaggi della Siberia, alle altezze dell'Himalaya e dell'Aurora Borealis vista dalla Finlandia, questo giusto per avere il senso della portata del portafoglio della Meniconzi.
La sua fotografia cattura l'interazione tra i luoghi selvaggi e le culture antiche ed ha abbellito numerosi giornali, riviste, calendari e cartoline. Ha pubblicato quattro libri finora nella sua carriera: The Silk Road (2004), Mystic Iceland (2007), Hidden China (2008) and QTI - Alessandra Meniconzi, Il coraggio di esser paesaggio (2011).
Nel presente post, vorrei segnalare una speciale intervista presente nel sito del CPN dove Alessandra Meniconzi racconta come l'ultima reflex digitale di Canon, la EOS 80D, ha contribuito ad alleggerire il carico del suo lavoro in un recente incarico ricevuto vicino a casa sua.
Infatti, questa fotocamera reflex ha guadagnato un posto nella sua borsa in quanto la fotografa ha bisogno di una macchina fotografica veloce, flessibile ed intuitiva. In questa intervista, Alessandra Meniconzi illustra perché il sensore CMOS APS-C da 24,2 MP, il WiFi e la funzionalità NFC rendono la Canon EOS 80D una compagna di viaggio da avere.
Per chi fosse interessato, l'intervista ad Alessandra Meniconzi, riguardante la Canon EOS 80D come compagna inseparabile di viaggio, si trova a questo indirizzo.
Nessun commento:
Posta un commento